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L'atleta dipendente di Agsm

Da meno 50°
a più 50° di corsa
per la Fidas

Marco Mazzi, ultramaratoneta e donatore di sangue Fidas Verona - Sezione Agsm
Marco Mazzi, ultramaratoneta e donatore di sangue Fidas Verona - Sezione Agsm
Marco Mazzi, ultramaratoneta e donatore di sangue Fidas Verona - Sezione Agsm
Marco Mazzi, ultramaratoneta e donatore di sangue Fidas Verona - Sezione Agsm

«Da meno 50 a più 50 gradi per il dono del sangue»: è l’impresa sportiva e solidale che vedrà protagonista Marco Mazzi, ultramaratoneta e donatore di sangue Fidas Verona - Sezione Agsm. Il prossimo 30 gennaio, l’atleta di Valeggio sul Mincio parteciperà per la prima volta – unico italiano e uno dei due atleti europei in gara – all’impegnativa “Arrowhead 135 mile Winter Ultramarathon” in Minnesota (Usa): 220 chilometri di corsa a meno 50 gradi centigradi.

Quest’estate, invece, toccherà l’estremo opposto: più 50 gradi sotto il sole californiano, per la “Badwater Ultramarathon”, nella Death Valley, corsa che aveva già sperimentato nel 2012 e nel 2013. Non solo: a marzo, condizioni fisiche permettendo, affronterà i 280 chilometri della Milano-Sanremo e, il 21 maggio, la sua settima Nove Colli running (202 chilometri). Tra il 28 e il 29 settembre, invece, percorrerà i 246 chilometri di distanza tra Sparta e Atene (“Spartathlon”, già rodata quattro volte); li calcherà di nuovo, sia in andata che al ritorno, a fine novembre (“Asa Atene-Sparta-Atene”, 492 chilometri). Tutte queste iniziative hanno un obiettivo: sensibilizzare la donazione di sangue attraverso lo sport.

 

Per l’impresa di fine mese si è mobilitata l’intera Fidas Verona, che con i suoi quasi 12mila donatori seguirà passo dopo passo le gesta di Mazzi, insieme alla moglie Maddalena e ai figli Niccolò e Martina. Agsm Verona e Canadiens sono i due sponsor che hanno reso possibile quest’avventura: i loro loghi sono stati stampati sull’abbigliamento tecnico e sulla slitta trainata dal corridore.

 

«Non è la prima volta che partecipo a ultramaratone, ma se riuscirò a completarle tutte nel 2017 sarò il primo al mondo a raggiungere questo record: non è un’impresa impossibile, così come non lo è donare il sangue – dice l’atleta, che è pure presidente della sezione Fidas Verona Agsm, azienda in cui lavora –. L’idea di scegliere delle corse che ruotano attorno al numero 50 è legata alla mia età: il 27 giugno compirò 50 anni e ho deciso di celebrarli con un’iniziativa che parli a tutti».

 

 

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