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Cultura, l’assist di Orlando a Verona

Il sindaco Federico Sboarina con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando FOTO MARCHIORI
Il sindaco Federico Sboarina con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando FOTO MARCHIORI
Il sindaco Federico Sboarina con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando FOTO MARCHIORI
Il sindaco Federico Sboarina con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando FOTO MARCHIORI

Palermo, quest’anno capitale nazionale della cultura, tira la volata a Verona, che ambisce a ottenere lo stesso traguardo nel 2021. Il passaggio del testimone, per ora solo auspicato, avviene al Vinitaly, nel padiglione della Sicilia, dove si ritrovano per un brindisi beneaugurante Leoluca Orlando, sindaco del capoluogo siciliano e il collega veronese Federico Sboarina. «Più della candidatura in sé», ricorda Orlando, «è importante il progetto per essere in corsa, poi, se il risultato arriva, applausi per tutti». Sboarina annuisce: «Questa è la strada giusta, a me interessava risvegliare un interesse che, a causa dell’assenza dell’assessorato alla Cultura negli ultimi cinque anni si era un po’ assopito: mancava una cabina di regia che sapesse coinvolgere e mettere in rete tutte le nostre potenzialità, mancava l’entusiasmo che questo progetto sta contribuendo a ridestare». La corsa era partita da Palazzo Barbieri a metà marzo. Con il sindaco c’erano l’assessore alla Cultura e al turismo Francesca Briani e Francesca Rossi, direttrice del sistema museale unico cittadino. Il 2021 è una data significativa per la nostra città poiché si ricorderanno i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, per il quale la città scaligera rappresentò una seconda patria. Verona, avevano sottolineato i promotori, vanta un “settebello” di musei civici, dalla pinacoteca di Castelvecchio al museo di Storia naturale da mettere in rete per far decollare una nuova offerta di esposizioni e di percorsi tra arte, archeologia e collezioni naturalistiche e valorizzando artisti veronesi, come il pittore Giovan Francesco Caroto, ma soprattutto facendo leva sul rapporto di Dante con Verona, dove il poeta fiorentino visse tra il 1313 e il 1318, durante il suo esilio. Citando le “Lezioni americane“ di Italo Calvino, Orlando invita a puntare sulla «leggerezza di cui è capace solo chi ha valori forti». E la promozione della cultura e dell’arte, sottolinea, «è stato un fattore decisivo del cambiamento di Palermo, soprattutto di mentalità». Orlando ricorda di aver «attraversato tante fasi» della storia della sua città. E aggiunge: «Quando ho iniziato era la capitale della mafia, ora è la capitale della cultura, anche grazie al suo vino». Al suo fianco il presidente del Consorzio Doc Sicilia, Antonio Rallo, sorride: «Il prossimo anno produrremo più di 60 milioni di bottiglie». A chi gli chiede di dare un consiglio al collega veronese per ottenere l’ambita conquista sul fronte della cultura, il sindaco palermitano ribadisce: «Seguendo la strada che Sboarina ha indicato e cioè realizzare un progetto perché lo scopo della candidatura a capitale nazionale della cultura non è essere proclamati tali, è darsi un progetto per essere in corsa, poi se questo avviene, tanto meglio, ma anche se non arriva, il lavoro è fatto, basta realizzarlo». Arrivando negli stand dedicati ai vini dell’isola Sboarina confessa di essere «da sempre innamorato» della Sicilia e di Lampedusa in particolare. «Lì ho tanti amici che, tra l’altro, hanno invitato i turisti veronesi a votare per me. Sono contento, quindi, che da Palermo parta un ideale passaggio del testimone a favore di Verona e penso che questo sia un progetto vincente. Non è sufficiente», conclude, «essere una città bellissima: bisogna mettere insieme tutte le forze migliori della città, per noi la meta del 2021 non è un traguardo ma un punto di partenza». •

Enrico Santi

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