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LA BUFERA GIUDIZIARIA

Croce offre il brulè
e attacca il sindaco

Comizio sul Liston per una ventina di persone dell'ex presidente Agec: «Tosi faccia un passo indietro»
Michele Croce sullo sgabello; dietro c'è Fabio Salvadori MARCHIORI
Michele Croce sullo sgabello; dietro c'è Fabio Salvadori MARCHIORI
Michele Croce sullo sgabello; dietro c'è Fabio Salvadori MARCHIORI
Michele Croce sullo sgabello; dietro c'è Fabio Salvadori MARCHIORI

«Se avesse un po' di pudore e di amore per la sua città il sindaco farebbe un passo indietro, scusandosi, perlomeno, per non aver saputo scegliere bene i suoi collaboratori...». Michele Croce, avvocato, ex presidente dell'Agec e fondatore di Verona Pulita, torna a chiedere le dimissioni di Flavio Tosi all'indomani delle condanne dell'ex vicesindaco Vito Giacino e dell'ex direttore dell'Agec Sandro Tartaglia. Lo fa con un comizio improvvisato sul Liston, salendo su uno sgabello. Al suo fianco c'è anche un ex stretto collaboratore di Tosi, l'avvocato Fabio Salvadori, che dall'ottobre 2007 al maggio 2012 fu dirigente della segreteria del sindaco e che in precedenza, dal 2005 al 2007, era stato consulente dello stesso Tosi quando era assessore regionale alla Sanità.
«Il 2 giugno 2013 sul mio blog», esordisce Croce, «pubblicai la lettera del "corvo" che accusava di tangenti il vicesindaco Vito Giacino. L'interessato mi minacciò e io pubblicai anche la sua mail... poi sappiamo quello che è successo sia con Giacino e sia con i dirigenti dell'Agec, fino alle condanne dei giorni scorsi per mazzette da una parte e per falsificazione di bandi d'appalto dall'altra. A tutto ciò», esclama l'ex presidente dell'Agec defenestrato da Tosi dopo che il Consiglio di amministrazione dell'azienda l'aveva sfiduciato, «il sindaco ha reagito in maniera scomposta e irata dicendo che i giudici sbagliano e che bisogna aspettare i tre gradi di giudizio... come se ci si potesse ancora fidare della parola di un ex vicesindaco che ammette di aver incassato 500mila euro in nero».
Ad applaudire Croce in piazza Bra ci sono una ventina di persone intirizzite dal freddo. In loro soccorso, al tavolo di Verona Pulita si distribuiscono bicchieri di vin brulè. Verona Pulita aveva indetto il raduno di ieri con manifesti di grandi dimensioni nei quali Croce rivendica il merito di aver avviato, con le sue denunce, le inchieste della procura scaligera su Agec e vicesindaco. Croce, nel suo intervento cita il duro monito che il vescovo Zenti aveva rivolto ai politici in occasione dell'incontro con la Giunta alla vigilia di Natale. «Parole che, evidentemente sono entrate da un orecchio e uscite dall'altro» ironizza. Poi smentisce le voci che lo darebbero candidato alle regionali del 2015. «Ho il mio lavoro e una famiglia... Voglio solo dare una mano a ripulire la mia città».
E conclude: «C'è da essere preoccupati perché Verona deve fare i conti con il peggior cattivo esempio d'Italia... Intanto Tosi gira l'Italia decantando come un modello la sua amministrazione, ma se in giro sapessero la verità non lo inviterebbero più, ma noi che vogliamo bene a Verona e all'Italia lo fermeremo».

Enrico Santi

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