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Cento chili di droga
dentro il bagagliaio
Sette anni in tre

Un quintale di «marja», poco meno di 7 anni la pena patteggiata ieri davanti al gup Giuliana Franciosi dai tre imputati, due cittadini albanesi e un italiano, arrestati con l’accusa di detenzione, in concorso e ai fini di spaccio, di stupefacente che, una volta immesso sul mercato, avrebbe fatto guadagnare loro 300mila euro. Confezioni ingombranti nascoste in parte nel bagagliaio e in parte in un contenitore sistemato sul tettuccio dell’auto, uno di quelli solitamente usati per contenere i bagagli in eccesso.

Pene differenziate quelle concordate tra le difese e il pm Paolo Sachar, differenza determinata dai precedenti. Per questo la condanna a Granit S. si è attestata su 3 anni e sei mesi mentre 2 anni e 8 mesi la pena per Sadik B. (entrambi assistiti dagli avvocati Massimo Leva e Alessandro Comunale Butturini) e sempre 2 anni e 8 mesi per Domenico G. (Claudia De Mori il suo legale). Tutti e tre sono agli arresti domiciliari, misura che è stata mantenuta.

L’arresto venne eseguito il 27 marzo al termine di un’attività di osservazione da parte della Guardia di Finanza che, nel corso di un controllo, notò in un bar di Santa Lucia svariati incontri tra Granit, cittadino albanese noto per alcuni precedenti, e un connazionale poi accertato trattarsi di Sadik. Sul fatto che si incontrassero non vi era nulla di sospetto, quello che invece «incuriosì» i finanzieri fu la circospezione con la quale i due si erano avvicinati. E perciò restarono in attesa. Dopo alcuni minuti davanti al locale si fermò un’auto registrata a Frosinone e condotta da Domenico G. che parcheggiò e cedette il posto di guida a uno dei due albanesi. Questo confermò i sospetti circa la stranezza dei comportamenti e i finanzieri intervennero per controllare occupanti e veicolo.

Nel baule e nel contenitore posizionato sul tettuccio erano stati stipati dieci involucri decisamente ingombranti ognuno dei quali conteneva poco più di dieci chili di marijuana e i tre vennero arrestati. La perquisizione si estese anche alle abitazioni degli indagati dove vennero trovate sostanze da taglio e altro materiale necessario al confezionamento delle dosi di droga. Furono sequestrati anche numerosi cellulari utilizzati con tutta probabilità per mantenere i contatti con la rete del traffico illecito.F.M.

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