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«Blitz ultras al bar, avrei voluto arresti»

Il questore Mangini e la vicedirigente della Digos Tea Mercoli DIENNE
Il questore Mangini e la vicedirigente della Digos Tea Mercoli DIENNE
Il questore Mangini e la vicedirigente della Digos Tea Mercoli DIENNE
Il questore Mangini e la vicedirigente della Digos Tea Mercoli DIENNE

Due anni e tre mesi. Tanto è durata la permanenza del questore Enzo Giuseppe Mangini a Verona. Da lunedì sarà operativo come consigliere ministeriale alla segreteria del ministero dell’Interno, ma non è detto che quella sia la destinazione finale. Dovrebbe liberarsi una questura, e a quel punto gli verrà assegnata. Arrivava da Taranto, Mangini, dove, come lui stesso ha sottolineato c’era una problematica costante, l’Ilva, e una che s’era concentrata per un periodo, l’immigrazione con il centro di Manduria. A Verona le problematiche da affrontare invece sono state tante, tutte spesso in contemporanea. Ieri il questore ha convocato la stampa per i saluti alla città, rompendo quella sua tradizionale riservatezza che lo ha contraddistinto in questi due anni e tre mesi.

Ogni cambio di sede è tempo di bilanci.

«Sono stati due anni intensi sia professionalmente che personalmente. Verona è una città vivace, calcio, spettacoli e qualche tensione sociale, che per fortuna con professionalità è stata stemperata. Ho avuto collaboratori molto preparati che hanno fatto fronte ad ogni emergenza pur essendoci una carenza di personale. In questa città non c’è un allarme specifico. Lo attestano le statistiche, ma anche il nostro vissuto. I cittadini sono abituati a segnalare e sono abituati ad avere un elevata risposta da parte delle forze dell’ordine. Come spesso accade la sicurezza reale è cosa diversa da quella percepita. Ma dove non funziona la prevenzione comunque entra poi in gioco la repressione».

In questi anni c’è stata la rapina a Castelvecchio, risolta brillantemente, c’è stata l’occupazione alla Coca Cola di Nogara, ci sono state partite a rischio. E il coordinamento e la prevenzione hanno fatto sì che non emergessero criticità.

Tutti, a partire dal questore, speravano che prima del 20 ci fossero novità, persone iscritte nel registro degli indagati per il caso dell’aggressione al bar Caffè oro Bianco di Corso Cavour.

«Anche a me sarebbe piaciuto dare oggi annunci di chiusura indagine. Invece dobbiamo temporeggiare ancora. Ma manca davvero poco». A fianco del questore la vicedirigente della Digos, Tea Mercoli, che ha sottolineato: «Servono prove per attribuire reati a persone identificate, ma stiamo lavorando in stretta collaborazione con i colleghi di Napoli per questo».

Il questore ha concluso con un «in bocca al lupo» alla nuova questore Ivana Petricca, che torna a lavorare a Verona, dove negli anni nonostante gli incarichi altrove, aveva comunque mantenuto la famiglia e ha ringraziato tutte le altre forze dell’ordine e il prefetto per il lavoro di coordinamento e la stampa, anche per le critiche che sono qualche volta arrivate e che «sono servite a migliorarsi sempre di più».A.V.

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