Da undici mesi si chiedono cosa possa essere accaduto la sera del 27 settembre, quando dopo aver cercato di calmare il loro bimbo più piccolo, nato un mese prima, lo hanno messo nella culla e poi si sono seduti a tavola. Ci pensano da allora perchè quella sera, quando il papà è andato a vedere se il bimbo si era addormentato, lo ha visto cianotico, non respirava.
Lo ha preso in braccio e lo ha mosso sperando che si riprendesse mentre la moglie ha chiamato immediatamente il 118. Per dieci mesi il piccolo è rimasto attaccato alle macchine in ospedale a Borgo Trento e venerdì notte il suo cuore ha ceduto. Per i genitori, residenti in un comune del Veronese, iscritti nel registro degli indagati per l’ipotesi di lesioni gravissime fin dall’inizio (da quando cioè i medici rilevarono un ematoma interno in zona frontale) ora la posizione si aggrava: potrebbe diventare omicidio preterintenzionale.
La Procura, intenzionata a procedere, dopo una prima consulenza che ipotizzava la «sindrome da scuotimento», aveva già esercitato l’azione penale tant’è che l’udienza preliminare è stata fissata in dicembre. Ieri mattina il sostituto procuratore Labate al medico legale Giovanna Del Balzo ha affidato l’incarico di effettuare l’autopsia sul bimbo.