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Ricerca di midollo osseo

Anche Londra
si mobilita per
il piccolo Alex

Ricerca di midollo osseo
Il piccolo Alessandro Maria Montresor
Il piccolo Alessandro Maria Montresor
Il piccolo Alessandro Maria Montresor
Il piccolo Alessandro Maria Montresor

La mobilitazione sociale partita dall’Italia per la ricerca di un midollo compatibile da donare al piccolo Alex Montresor, il bimbo affetto da una rara malattia genetica, arriva anche a Londra. L’ultima iniziativa, patrocinata dal console italiano Marco Villani, è la raccolta di campioni salivari dai clienti dei ristoranti londinesi Byron sabato 17 e domenica 18 novembre. I campioni verranno raccolti attraverso appositi kit di facile uso presso due ristoranti della catena. «Vogliamo che questa iniziativa sia divulgata il più possibile. Per questo sono andato ieri sera a trovare Alex e la sua famiglia. Vorrei che se ne parlasse per attirare più gente possibile», ha dichiarato all’ANSA il console, già impegnato da tempo nell’attività di coordinamento dei gruppi Facebook a favore del bambino.

 

«Siccome nel Regno Unito le procedure per analizzare i campioni sono abbastanza rapide, abbiamo deciso di patrocinare questa iniziativa proprio per dare ad Alex più possibilità», ha aggiunto Villani. La catena Byron - che fa capo al fondo d’investimento Three Hills Capital Partners (THCP) del finanziere Mauro Moretti - conta molti italiani fra i suoi clienti ed è popolare in città. Alex, che ha 19 mesi ed è nato da padre veronese e madre napoletana, è affetto da Hlh (linfoistiocitosi emofagocitica): una malattia genetica molto rara che priva chi ne soffre della perforina, la proteina che consente al sistema immunitario di identificare e combattere batteri e virus.

 

Al momento il bimbo è affidato alle cure del Great Ormond Street Hospital, che lo ha sottoposto ad una terapia sperimentale cui sta rispondendo piuttosto bene, ma gli effetti sono destinati a scemare e solo un trapianto di midollo può salvarlo. Il midollo può arrivare dalla donazione di un adulto di età compresa fra i 18 e i 55 anni oppure dalle staminali del cordone ombelicale dei bambini i cui genitori abbiano dato il consenso alla donazione al momento della nascita. «La malattia al momento è sotto controllo, ma si tratta di un trial di due mesi che non può essere prolungato oltre dicembre», ha spiegato Paolo Montresor, padre del piccolo, sottolineando il rischio che la proteina somministrata al figlio possa essere metabolizzata dall’organismo. E quindi non funzionare più.

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