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Soldi per il software Sei rinviati a giudizio

Dal direttore del Ser.D, dottor Giovanni Serpelloni, ai suoi stretti collaboratori (dell’epoca almeno) al legale rappresentante e al socio della srl di Arbizzano, la Studio C group, che si aggiudicò la gara per la manutenzione del software MFP con un’offerta di 38.906 euro (l’importo dell’appalto per la manutenzione centralizzata annuale era fissato in 39.500 euro). Se per questi ultimi due, Andrea Cacciatori e Luca Canzian (difesa Avesani) e per la dottoressa Claudia Rimondo l’accusa è turbata liceità degli incanti, a Serpelloni, Maurizio Gomma e Oliviero Bosco vengono contestati due concussioni, una tentata e una consumata (il collegio difensivo è composto dagli avvocati Palumbo, Avanzi e Pezzotti). Nessuno si è avvalso di riti alternativi e ieri, al termine dell’udienza, il gup Giuliana Franciosi ha rinviato tutti a giudizio. E l’’udienza filtro davanti al collegio presieduto da Sandro Sperandio si terrà il 12 marzo. Tutto iniziò con la denuncia di Corrado Bettero (parte civile con Tirapelle), legale rappresentante di Ciditech che aveva ideato e sviluppato il software MFP di proprietà dell’Ulss 20. Nel novembre 2012 il direttore del Ser.D., recita l’imputazione, chiese a Bettero dapprima una percentuale in denaro sui corrispettivi incassati, poi «una percentuale sugli incassi derivanti dai contratti di assistenza» e infine il 9 dicembre 2013 inviò una raccomandata a Ciditech con la quale veniva richiesto, «a saldo forfettario e risarcitorio la somma di 100mila euro quale riconoscimento di asseriti diritti intellettuali sul software». Questa la concussione tentata. Bettero non pagò e anzi informò l’Ulss, che intraprese una serie di azioni disciplinari a carico di Serpelloni e degli altri due medici. Dopo il denaro non ottenuto Serpelloni (che all’epoca era Capo del Dipartimento delle politiche antidroga - presidenza del Consiglio dei ministri), per l’accusa in concorso con i due colleghi Bosco e Gomma, chiese a Ciditech di consegnare i codici sorgenti della piattaforma aggiornati alla versione 5.0 - che erano di esclusiva proprietà dell’Ulss 20 - per poi depositarli alla Siae, sezione opere letterarie ed arti figurative, il 16 gennaio. Questa la concussione consumata. Infine la turbativa d’asta, connessa, stando all’impianto accusatorio del sostituto procuratore Paolo Sachar, alla mancata dazione dei 100mila euro, quelli che poi i medici dichiararono che sarebbero stati devoluti alla Caritas. Il fatto che Ciditech non versasse percentuali sugli incassi indusse il dottor Serpelloni a indire al gara per la manutenzione centralizzata annuale espletata a procedura ristretta. Il 20 gennaio 2014 venne inviata «una richiesta di preventivo - base d’asta 39.500 euro a cinque ditte: Ciditech, Cad It, Services on demand, Shape e Studio C group. Il termine era il 3 febbraio, solo Studio C aveva fatto un’offerta e l’11 venne inviata una sesta richiesta a One Stop Studio (medesima sede e struttura societaria di Studio C) che tre giorni dopo presentò l’offerta del medesimo importo del bando di gara. Per il pm le modalità furono scorrette sia per l’assenza di una valutazione economico-finanziaria sia per l’importo fittizio (la manutenzione si sarebbe sviluppata in mezza Italia). A Canzian e a Cacciatori il 14 gennaio venne inviata una bozza con la richiesta di preventivo per la manutenzione centralizzata. E loro suggerirono alcune modifiche, quelle che poi comparvero nella richiesta del 20 gennaio. Quella del bando. • F.M.

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