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Referendum veneto

Sboarina: «Verona
con l'autonomia
può spiccare il volo»

Referendum veneto
Zaia e Sboarina durante la campagna elettorale
Zaia e Sboarina durante la campagna elettorale
REFERENDUM VENETO

«Sono convinto che Verona sia la città che più ha da guadagnare dall’esito di questo referendum».

Così il  sindaco di Verona Federico Sboarina dopo l'esito del referendum sull'autonomia: «Siamo la città che, per posizione geografica e per molteplicità di vocazioni, ha molti campi in cui spiccare il volo, se solo avessimo maggiori risorse e maggiore autonomia gestionale.

Per queste ringrazio i tanti veronesi che, al di là dell’appartenenza politica, hanno capito la sfida che stava alla base del voto di domenica e hanno scelto di esprimesi in percentuale significativa. Il quorum della consultazione referendaria è stato un enorme successo, e anche Verona ha fatto la sua parte.

Io sarò in prima linea a supporto del Governatore Zaia, per qualsiasi necessità nelle fasi operative della trattativa con Roma. Come ha detto Zaia "il treno passa una volta sola"».

 

TOSI 

Per l'ex primo cittadino e segretario di Fare Flavio Tosi «ora la Lega esulta per l’affluenza al 57%, ma ricordo che sia Zaia che Giancarlo Giorgetti avevano parlato del 60% come base minima per ritenere il risultato del referendum soddisfacente. Col referendum costituzionale del dicembre scorso si era arrivati in Veneto ad un’affluenza di quasi il 77%: un dato su cui riflettere, che manifesta probabilmente come i cittadini, pur trattandosi di un tema sentitissimo come l’autonomia, si siano resi conto che quel referendum decideva qualcosa, mentre questo era pur sempre solo un referendum consultivo.

La trattativa con Roma riguarda la cessione di alcune deleghe da parte dello Stato alla Regione, ma non potrà mai accadere che Veneto e Lombardia diventino come Trento e Bolzano: c’è scritto nella Costituzione ed inoltre si andrebbe incontro al fallimento dello Stato. Lo ha ribadito più volte lo stesso Giancarlo Giorgetti, quindi Zaia dovrebbe evitare in futuro di illudere i veneti con promesse da marinaio, portando a casa prima possibile tutto quello che la nostra Costituzione concede». .

 

 

ROTTA

Alessia Rotta, parlamentare del Pd, commenta: «Sono andata a votare, senza clamore ma con convinzione, avendo affrontato un dubbio che ha attraversato tutti noi del Pd: Far prevalere il merito o soffermarsi sul metodo (chi proponeva il quesito e come)?

Il tema è: c’è una questione veneta oppure no? Si può negare che chi vive tra due regioni a statuto speciale affronta una situazione di disparità, dovendo competere con comuni che pur stando a pochi km agiscono in un regime totalmente diverso? No, non si può negare.

Ora Zaia vada a trattare con Roma sulle competenze, senza più propaganda né illusioni (smettendo di raccontare qualche balla come quella delle tasse venete che potranno restare in Veneto, perché sul punto il quesito era stato bocciato in quanto incostituzionale)».

 

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