<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Sulla pagina Facebook della tv

Cibo, da Verona
ad Al Jazeera
contro il razzismo

Sulla pagina Facebook della tv
Il servizio su Cibo
Il servizio su Cibo
L'intervista a Cibo su Al Jazeera (Ruptly - Facebook Al Jazeera)

La campagna di Cibo contro il razzismo e gli estremismi va "in onda" sulla pagina Facebook di Al Jazeera. La rete televisiva satellitare con sede in Qatar, ha infatti dedicato una breve intervista al noto writer veronese, Pier Paolo Spinazzè, originario di San Giovanni Lupatoto. Il filmato, realizzato da Ruptly.tv, è stato pubblicato dalla tv sulla sua pagina social

 

Lo street artist porta avanti la sua personale battaglia a colpi di bombolette eliminando svastiche, celtiche e frasi dai toni discriminanti per ricoprirle con frutta, pizze, verdure e dolciumi. “Ho 36 anni”, dice, “ed è da circa dieci che cancello sistematicamente tutti i messaggi di odio impressi sui muri. È il mio modo personale di combattere contro quel clima di estremismi e paure che sta portando avanti la destra”.

 

Da due anni l'abile writer ha iniziato a diffondere la sua “missione”, finendo su Repubblica, la Rai e altri media nazionali che lo hanno reso noto anche all'emittente araba, venuta a Verona circa un mese fa per dedicargli un servizio. “Mi hanno intercettato proprio quando ero pronto a eliminare l'ultima celtica da San Giovanni Lupatoto”, racconta Cibo. “Sono convinto che le brutture e l'odio vadano ricoperti con messaggi positivi, e non mi fermerò nonostante le minacce già ricevute dall'estrema destra, che a Verona continua ad avere un certo peso”.

 

Anzi, per rafforzare il suo impegno sociale, da qualche giorno il writer, che lavora a tempo pieno con la bomboletta anche per vari enti e mecenati privati, ha lanciato un'open call destinata a confrontarsi con altri artisti sulla tecnica adottata da ciascuno per eliminare frasi negative e razziste dalle strade. “La call proseguirà fino a Natale e ho già ricevuto opere dalla Germania, dal Cile, dall'America e naturalmente dall'Italia, dove l'ondata di intolleranza sta creando preoccupazioni. C'è chi utilizza giochi, cuori, oppure forme geometriche, ma l'obiettivo comune resta sempre quello di far sparire frasi e simboli che possano offendere e istigare alla violenza”. 

Chiara Bazzanella

Suggerimenti