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Sfruttamento di lavoratori

Caporalato, arresti
in tre città
A Verona la «mente»

Sfruttamento di lavoratori
Carabinieri durante l'operazione
Carabinieri durante l'operazione
Carabinieri durante l'operazione
Carabinieri durante l'operazione

Il "vero" datore di lavoro e due caporali alle sue dipendenze sono finiti in carcere nell’inchiesta Agri Jobs dei carabinieri del nucleo di tutela del lavoro coordinata dal pm Giuseppina Mione della procura di Firenze. Il gip Angela Fantechi ha ordinato l’arresto in carcere per Gaetano Pasetto, 48 anni di San Bonifacio, Mihai Atanasoaei, 45 anni, romeno residente a Dicomano (Firenze) e Neculai Dudau, 63 anni, romeno abitante a Solesino (Padova).

 

Sono accusati di associazione a delinquere e di aver reclutato manodopera per farla lavorare in condizioni di sfruttamento approfittando del loro stato di bisogno. In una parola caporalato. Nessuna misura per altri due indagati della stessa inchiesta. Agli operai, che arrivavano in Italia senza niente, veniva dato un acconto di 500 euro da cui veniva detratto mensilmente, dal totale delle compenso (5 euro l’ora il salario), il costo per vitto e alloggio. Romeni e albanesi - una trentina gli operai coinvolti in questa vicenda - firmavano un contratto di un anno ma non ricevevano buste paga, non godevano di ferie retribuite, non risulta che vi fossero versamenti Inps.

 

Secondo gli inquirenti Pasetto era il vero datore di lavoro degli operai, che lui impiegava sotto il suo diretto controllo, scrive il gip, «in condizioni di sfruttamento» fornendone la prestazione d’opera ad aziende agricole di Toscana e Veneto. Gli altri due arrestati, Atanasoaei e Dudau, applicavano le direttive di Pasetto effettuando «attività tipica di caporalato» nel rapporto con gli operai romeni. L’indagine pone Pasetto a capo di due cooperative, la The New Labor e la Geoservice, che aprivano contratti di servizio con aziende agricole, la prima copriva il Veneto, la seconda la Toscana.

 

I carabinieri hanno fatto accertamenti in fattorie e tenute di Gavorrano (Grosseto), Castellina in Chianti (Siena), Rufina, San Piero a Sieve, Montaione (Firenze), Peschiera del Garda. Ma intercettazioni telefoniche rivelano ’spostamentì di operai agricoli in zone della Valpolicella. A seconda dei bisogni Pasetto inviava manodopera per potature, imbottigliamenti in cantina, mansioni agricole varie. L’indagine è partita dalla morte per infarto a Rufina (Firenze), il 7 novembre 2017, di un romeno impegnato con altri nella raccolta delle olive. L’operaio alloggiava in una casa messa gratuitamente a disposizione dalla società Tenuta Marchesi dè Frescobaldi estranea all’inchiesta.

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