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Borgo Roma, il Policlinico cambia volto

La hall che accoglie l’utenza del Policlinico: grandi spazi, moderni, grandi vetrate, alta tecnologia   MARCHIORI
La hall che accoglie l’utenza del Policlinico: grandi spazi, moderni, grandi vetrate, alta tecnologia MARCHIORI
La hall che accoglie l’utenza del Policlinico: grandi spazi, moderni, grandi vetrate, alta tecnologia   MARCHIORI
La hall che accoglie l’utenza del Policlinico: grandi spazi, moderni, grandi vetrate, alta tecnologia MARCHIORI

Quello che c’è dietro alla nuova facciata, la gente non lo immagina nemmeno: nel «vecchio» ospedale di Borgo Roma, in ognuno dei suoi otto piani e nella chiocciola a fianco del Pronto Soccorso, è in corso una ristrutturazione che cambierà completamente il Policlinico. Non si può ben capire cosa, alle fine, verrà fuori, se non andando di persona in cantiere, anche perchè le informazioni date fino ad oggi sul progetto lo facevano passare più come un semplice maquillage, una grande ripulita dell’esistente con interventi minimi di logistica, nulla di più rispetto alla grande opera realizzata al Polo Confortini. Invece no. L’ospedale dedicato a Giambattista Rossi a lavori conclusi, tra 5 anni, sarà completamente rinnovato, moderno, all’avanguardia, di ultima generazione, anti-sismico, una struttura gemella in tutto e per tutto a quella di Borgo Trento: due gambe, di pari dignità, della stessa Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, quella che nel 2017 ha curato oltre ai suoi veronesi e ai veneti, pazienti extra regione per 60 milioni di euro. IL TOUR. Il sopralluogo effettuato ieri con ingegneri, progettisti, architetti, tecnici, direzione generale e medica, rigorosamente in giubbino e caschetto anti-infortunistici, ha permesso di «vedere» cosa sta accadendo «là dietro», nel lato sud e nelle vecchie ali collegate all’Edificio Nord con accorgimenti «da manuale», senza alcuna cesura, frattura o sbarramento tra le «vecchie T» della parte originaria e il raccordo alla nuova facciata. «E’ tutto molto omogeneo e lineare, la parte appena costruita è stata innestata sul corpo centrale senza alcuna disomogeneità: sembra tutto nato insieme (l’ospedale è del 1966) ed è questa la sfida maggiore, la difficoltà che ci siamo trovati ad affrontare nel progettare l’intervento di rifacimento di Borgo Roma», dice soddisfatto il direttore generale Francesco Cobello facendo da Cicerone su e giù per il quarto e quinto piano che una volta ospitavano la pediatria e la ginecologia e che, a intervento ultimato, accoglieranno invece rispettivamente il nuovo reparto di chirurgia epatobiliare (primario Guglielmi) e di quella pancreatica (primario Bassi). LOGISTICA. Il nuovo ingresso, da un mese, è ufficialmente solo quello dell’Edificio Nord. Si trova sulla sinistra della rampa che portava alla vecchia hall, ora dismessa. Una volta entrati, si ha subito davanti il banco informazioni o, volendosi arrangiare, un grandissimo cartellone che elenca tutti i reparti e gli ambulatori con le indicazioni per raggiungerli. A questo punto, trovate le «coordinate» della meta, o si prende la sinistra (che porta agli accessi A,B,C) o la destra (E,F,H,D) e da lì, salendo con gli ascensori o con le scale, si arriva a destinazione. Esempio: a sinistra si va per allergologia, gli ambulatori e i day surgery polispecialistici (da quelli di chirurgia della mano a quelli del pancreas o epatobiliare fino all’ematologia), gastroenterologia, medicina generale, trasfusionale, microbiologica, oculistica, psichiatria, reumatologia, radiologia, neuroriabilitazione e rieducazione funzionale; a destra, c’è tutto il resto: dall’anatomia patologica alla rianimazione, dalla cardiologia al centro prelievi, dalle malattie infettive alla clinica odontoiatrica maxillo-facciale, dall’oculistica fino al Cup, alle casse e al ritiro referti. «C’è tutta anche la parte di formazione universitaria e didattica», ricorda il professor Alfredo Guglielmi, direttore della scuola di medicina oltre che primario della Chirurgia generale ed epatobiliare, «è importante per i nostri studenti, in fase di formazione e poi per la specializzazione, avere a disposizione una simile azienda: tra qui e il Confortini hanno la possibilità di vedere e sperimentare tutto, di prepararsi davvero in maniera completa e diventare medici eccellenti». Poi, la speranza: «In questo ospedale, quando sarà a regime, servirebbe più personale: per far funzionare una macchina così grande, c’è bisogno di più operatori di quelli a disposizione». Seguendo gli operai, i tecnici, gli ingegneri e i progettisti, si capisce anche lo sforzo enorme per garantire il funzionamento dell’attività ospedaliera in contemporanea ai cantieri al lavoro: «Facciamo a rotazione», spiegano l’architetto Flavio Murarolli e l’ingegnere clinico Manuela Spanò del Servizio tecnico dell’Azienda ospedaliera, «la tecnica è quella di procedere un piano per volta, trasferendo a rotazione i reparti da un livello all’altro man mano che è in corso l’intervento». «E’ un trasloco su e giù», conferma l’ingegnere Siriana Bertacchini della Cmb che ha vinto l’appalto e in project financing sta eseguendo i lavori, «ma non ci spaventa, anzi: siamo stati presi a modello dalla Danimarca che è venuta a vedere quello che stiamo realizzando qui a Verona e ci ha commissionato la costruzione di altri tre ospedali come questo». SICUREZZA. «L’ultima fase dei lavori», ricorda Cobello, «sarà quella dell’esoscheletro per la messa a norma anti-sismica. L’ospedale sarà letteralmente ingabbiato da una struttura metallica che garantirà la tenuta dell’edificio in caso di terremoti». «Le due torri montanti fino al tetto che fanno parte di questa grande struttura», chiosa Marco Cova direttore del cantiere della Cmb, «saranno realizzate sulla facciata a sud e servono per portare tutta l’impiantistica da terra al tetto, lungo gli otto piani». La sensazione, girovagando per i piani «scorticati» dagli operai - la cui più grande fatica, hanno ribadito ieri, è stata soprattutto quella di procedere con le demolizioni mantenendo tutta l’impiantistica per i gas medicali in attività - è che, tra cinque anni, Borgo Roma non sarà il «fratello minore» del Confortini. Anzi. Il bambino promette bene. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Camilla Ferro

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