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Transpolesana, la pioggia scava altre buche

Ci risiamo: la pioggia degli ultimi dieci giorni e il passaggio del traffico hanno lasciato il segno
Ci risiamo: la pioggia degli ultimi dieci giorni e il passaggio del traffico hanno lasciato il segno
Ci risiamo: la pioggia degli ultimi dieci giorni e il passaggio del traffico hanno lasciato il segno
Ci risiamo: la pioggia degli ultimi dieci giorni e il passaggio del traffico hanno lasciato il segno

Le piogge della settimana scorsa e di quella precedente hanno lasciato il segno, come di consueto, anche sull’asfalto dissestato della Transpolesana. L’importante arteria a due corsie per senso di marcia, nella provincia di Verona inizia allacciandosi alla tangenziale Sud tra le uscite dell'autostrada A4 di Verona Sud e Verona Est, attraversando poi i Comuni della Bassa veronese fino a Castagnaro, per entrare quindi nel rodigino. Si tratta di quasi 100 chilometri, tra andata e ritorno, dove automobilisti, motociclisti e camionisti si trovano spesso costretti a estenuanti gimkane per evitare buche, avvallamenti e asfalto sconnesso con il rischio di incappare in un incidente. Abbiamo guidato lungo l’intero percorso veronese e ad eccezione dei tratti recentemente asfaltati dove, incredibile a dirsi per la 434, sembrava di trovarsi su un tappeto da biliardo, nella maggior parte dei restanti punti del tragitto, la strada era come al solito una gruviera. Tanto che gli operai incaricati dall’Anas, l’ente gestore dell’arteria, erano impegnati a rattoppare con catrame a freddo le buche. Li abbiamo intercettati all’altezza dell’uscita di Villa Bartolomea in direzione Rovigo. Proseguendo nello stesso senso di marcia, altri punti critici sono stati riscontrati all’altezza di Vangadizza, frazione del Comune di Legnago e poi sul viadotto che precede l’uscita Legnago centro – San Pietro, una zona dove riuscire a non sollecitare le sospensioni dell’auto è praticamente impossibile. Accade poi di imbattersi in zone dove solo una delle due corsie è stata asfaltata e allora ecco che gli automobilisti sono costretti a spostarsi a zig-zag per evitare le buche con buona pace del codice della strada. Tutto ciò avviene nel tratto che precede l’uscita di Legnago nord, ma anche in quelli successivi di Cerea, Angiari, Palesella e Isola Rizza. L’inferno termina temporaneamente arrivati all’altezza del Comune di Oppeano dove di recente sono stati eseguiti lavori riasfaltatura del manto stradale colabrodo. Da qui e fino a San Giovanni Lupatoto, passando per Zevio, si può procedere in condizioni decenti e lo stesso si può dire anche per il grande curvone, anche questo restaurato da poco, che precede l’immissione alla tangenziale sud. Qui comincia il viaggio di ritorno verso la pianura veronese. I circa cinquanta chilometri di ritorno presentano un asfalto maggiormente deteriorato. All’uscita di Raldon ecco subito ripresentarsi immancabili buche e rattoppi, così come all’altezza di Vallese e Cà degli Oppi, Oppeano, Roverchiara Nord e Sud, San Pietro di Morubio, Angiari, Palesella, Cerea, Legnago nord, Vangadizza, Villa Bartolomea e Castagnaro. La strada presenta numerosi rattoppi e squarci a metà tra le due corsie, oltre che avvallamenti e punti dove quando piove si rischia d’andare incontro al pericolosissimo acquaplaning, il fenomeno di slittamento dell’auto sull’ acqua che rischia di far perdere il controllo del mezzo. E a tutto questo si aggiunge il fatto che automobilisti, motociclisti e camionisti devono continuamente controllare i cartelli che indicano la velocità massima consentita. Tratti dove è possibile andare a 110 chilometri orari si alternano ad altri in cui la velocità scende a 90 o addirittura 70 chilometri. È stata la soluzione temporanea messa a punto da Anas per scongiurare incidenti in attesa di dare un aspetto decente alla strada. La Regione da tempo sollecita l’ente gestore a intervenire in maniera massiccia. Lo scorso settembre la sala consiliare di San Giovanni Lupatoto aveva ospitato un vertice sui lavori in corso e futuri sulla 434, presenti l’assessore regionale ai lavori pubblici Elisa De Berti, sindaci dei Comuni interessati dall’opera e l’ingegnere Ugo Dibennardo di Anas. Era emerso che lo stanziamento per la manutenzione già programmata per il quinquennio 2016-2020 era di 37 milioni a cui si sommavano ulteriori 40 milioni proposti nella rimodulazione del contratto di programma Anas per il biennio 2019- 2020. Un impegno complessivo di 77 milioni che nella speranza di amministratori e automobilisti dovrà servire a dare al territorio una strada finalmente sicura. •

Francesco Scuderi

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