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«Nel 2021
mi candido
sindaco
o niente»

Christian Formigaro, il più votato nel 2016 a Castagnaro FOTO DIENNE
Christian Formigaro, il più votato nel 2016 a Castagnaro FOTO DIENNE
Christian Formigaro, il più votato nel 2016 a Castagnaro FOTO DIENNE
Christian Formigaro, il più votato nel 2016 a Castagnaro FOTO DIENNE

Sapeva, sommariamente, che la Giunta e il Consiglio prendevano delle decisioni. Sapeva che le decisioni si traducevano in delibere. Ignorava, nel dettaglio, il contenuto delle delibere: cioè che la Giunta metteva in pratica gli indirizzi del Consiglio. Ignorava le procedure con cui si attuavano le delibere. Eppure, Christian Formigaro si candidò alle elezioni comunali. Nel 2009, i voti furono 57. Diventò assessore.

Nel 2011, i voti furono 121. Fu nominato vicesindaco. Nel 2016, i voti furono 161. Rimase vicesindaco. Nel 2011 e nel 2016, fu il più votato di Castagnaro.

Nel frattempo, ha messo in pratica la teoria?

«Certamente. Oggi, se domandassimo le competenze di Giunta e Consiglio, le risposte della piazza sarebbero le stesse mie di ieri. Almeno una volta, ogni cittadino dovrebbe partecipare a Giunte e Consigli, in modo da comprendere il funzionamento dell’ente pubblico. Mi sono assunto le mie responsabilità».

Il vicesindaco non è il sindaco. L’ultimo a sottoscrivere gli atti è Andrea Trivellato.

«Il sindaco condivide, non ordina. Formalmente, firma Trivellato; sostanzialmente, firmano anche il vicesindaco e gli assessori. Ogni tanto, il sindaco ci invita a casa propria. Siamo amici. Non siamo amministratori di mestiere. Lavoriamo altrove per mandare avanti le nostre famiglie. Sarà per questo che andiamo d’accordo. Sono consapevole, comunque, della differenza: assieme a Trivellato, ho pianificato la costruzione delle tribune del campo di calcio; senza Trivellato, ho affidato ad un’associazione la gestione del campo di calcio».

Nel 2021, Trivellato non potrà presentarsi per il terzo mandato consecutivo. Formigaro si candiderebbe sindaco?

«Sì. Mancherei ancor di più ai figli. Mia moglie, ciò nonostante, mi sarebbe egualmente vicina. Se non sarò candidato sindaco, però, rinuncerò ad amministrare. Mi resterebbe soltanto quel ruolo da assumere. Ad esperienza aggiungerei esperienza. Nella vita, in ogni caso, si può fare altro».

Trivellato è di Castagnaro, il capoluogo. Formigaro è di Menà, l’unica frazione. Ettore Dal Fiume e Luigi Resentera - ricordano i suoi uffici - furono sindaci di Castagnaro, sebbene fossero di Menà. Lei non sarebbe uno dei tanti.

«Non dirò mai: signore e signori, adesso è il mio turno. Dipenderà dagli opinion leaders: quanti frequentano le associazioni, la parrocchia e gli agricoltori».

Già, i coltivatori. A Castagnaro, c’erano i castagni. Ora, 260 aziende di cereali, ortaggi e frutta. Si tratterebbe, pur sempre, di campagna, anche se... lettorale. Ha già messo il Tricolore?

«Il 25 aprile. Alla commemorazione dei caduti in guerra. Il sindaco era impegnato. Fu una manifestazione di alto valore istituzionale. Fui coinvolto dalla solennità della cerimonia, non dall’eventualità di essere scambiato per il sindaco».

La collettività abbisogna...

«Che siano coperte le buche nelle strade, che siano sostituiti i fari dei lampioni, che sia tagliata l’erba nei luoghi pubblici. Che sia riparato il tetto – che, peraltro, abbiamo già completamente rifatto - della scuola elementare. Che, dopo il cimitero di Menà, sia ampliato il cimitero di Castagnaro».

Improvvisamente, i migranti hanno scombinato la quotidianità. Il Comune, addirittura, ha rivolto degli appelli alla popolazione perché desista dal vendere o affittare semplici alloggi o interi fabbricati a chiunque intenda provvedere a quegli stranieri.

«La Prefettura, anziché dialogare, ci ha imposto la presenza di 23 persone».

E l’altruismo? Avete aggiunto un posto a tavola – perché, recita la canzone, c’è un amico in più; d’altronde anche in Giunta, mi diceva, è tra amici – per raccogliere delle donazioni a favore dei terremotati. E gli altri?

«Ognuno di noi è disposto ad accogliere il prossimo. Siamo solidali con l’Abeo, che sostiene i bambini gravemente malati. Contribuiamo al pagamento di affitti e bollette dei singoli e delle famiglie in difficoltà. Ma, il prossimo, è buono o cattivo?».

Quelle 23 persone, sono buone o cattive?

«Dopo il loro arrivo, qualcuno rubò delle biciclette ai ragazzini che partecipavano al grest organizzato dalla parrocchia. Le telecamere di sorveglianza comunali dimostrarono che il furto era stato compiuto da alcuni extracomunitari provenienti da Villa d’Adige, frazione di Badia Polesine, con cui confiniamo. I migranti non c’entravano. Mi hanno riferito che quelle 23 persone stanno cercando un’occupazione».

Dunque, ravvedetevi!

«Non vogliamo nessun altro! Davvero, quelle 23 persone potrebbero lavorare?».

I migranti non possono essere retribuiti. Possono svolgere, a titolo di volontari, attività socialmente utili. Manco ne avessi accennato apposta: il Comune è ricorso, nuovamente, alla cittadinanza, perché necessita proprio di volontari.

«I volontari sorveglierebbero i bambini che entrano ed escono a piedi o in biciletta da scuola o che si recano da casa a scuola e viceversa in pullmino. Oppure, consegnerebbero, soprattutto nei giorni festivi, la spesa a domicilio a quanti non hanno neppure i soldi per gli alimenti. Questi servizi sono già assicurati, ma dovremmo avvicendare maggiormente il personale, perchè è sempre indaffarato. Dovrebbe anche riposare».

A Menà, Formigaro è Christian, non il «vice». Ma se fosse sindaco...

Stefano Caniato

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