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Edilizia, ora spazio al Piano interventi

Il municipio di Bovolone
Il municipio di Bovolone
Il municipio di Bovolone
Il municipio di Bovolone

Edilizia si volta pagina. Il piano regolatore generale è un ricordo ormai lontano, la gestione del territorio avverrà con nuovi strumenti urbanistici in via di adozione. È stato illustrato nell’ultima seduta del consiglio comunale il Documento del Sindaco, primo passo della procedura che porterà all’adozione del Piano degli Interventi, di competenza comunale. Il P.I. è lo strumento urbanistico di carattere operativo che - in coerenza e in attuazione al nuovo Piano di Assetto Territoriale (Pat), individua e disciplina gli interventi di tutela, valorizzazione, organizzazione e trasformazione del territorio, programmando in modo contestuale la realizzazione di tali interventi, il loro completamento, i servizi connessi e le infrastrutture per la mobilità. Nel documento letto dal sindaco Emilietto Mirandola sono state sottolineate le parole chiave «partecipazione e trasparenza, sostenibilità e concretezza» delle nuove linee guida che non sono più quelle dell’espansione delle aree edificabili ma di governo dell’esistente in una logica di sviluppo sostenibile e semplificazione. Nel vecchio Piano regolatore c’era una casistica di ben dieci aree produttive diverse. Tra i punti sui quali concentrare gli sforzi ci sono le riconversioni di spazi destinati in passato alle attività produttive dismesse, la rigenerazione urbana di luoghi ed edifici disabitati e sottoutilizzati, il recupero e la valorizzazione degli spazi di interesse storico. Il tutto dando nuova vitalità al centro abitato. Tra le novità più interessanti, sottolineate dall’architetto Roberto Raimondi, incaricato di elaborare il piano degli interventi, la possibilità di ricorrere al credito edilizio, ovvero la possibilità di abbattere vecchi edifici conservando il diritto di ricostruire in futuro la stessa cubatura utilizzando, o rivendendo, il credito edilizio vantato nei confronti dell’amministrazione. Un nuovo capitolo rispetto al passato, quando gli strumenti urbanistici erano per così dire «calati dall’alto»: non sarà così per il nuovo piano degli interventi. C’è bisogno adesso del contributo delle comunità e di chi ha idee che vanno concordate e concertate. Stop anche ai mega-progetti pluriennali che rimanevano sulla carta per anni, sì a progetti più piccoli e concreti, da fare in pochi anni, massimo cinque pena da decadenza. Ora si apre la fase di consultazione, partecipazione e concertazione con la comunità, i proprietari, le associazioni sociali, economiche ed enti pubblici per la redazione del Piano degli interventi. •

RO.MA.

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