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Don Dino arriva in bici Parroco a tutto sport

Don Dino, al centro con il cartellone, al suo arrivo a Pressana
Don Dino, al centro con il cartellone, al suo arrivo a Pressana
Don Dino, al centro con il cartellone, al suo arrivo a Pressana
Don Dino, al centro con il cartellone, al suo arrivo a Pressana

È arrivato sul sagrato della chiesa dell’Assunta di Pressana in sella alla sua bicicletta perché lo sport ha sempre fatto parte integrante della sua vita, anche di quella da prete. L’ex portiere di calcio, carabiniere ed impiegato di Montecchio Maggiore, Dino Rampazzo, diventato sacerdote a 41 anni, è il nuovo parroco dell’Unità pastorale di Pressana, Caselle, Crosare e Roveredo. Don Luciano Mazzasette ha salutato la comunità che l’aveva accolto con affetto di rientro dall’Ecuador 10 anni fa ed è stato inviato a seguire l’Unità pastorale «Porta ovest» di Vicenza. Classe 1968, don Dino ha fatto un percorso di formazione professionale e spirituale molto particolare. Nato in una famiglia di origini modeste di Montecchio Maggiore, nell’Ovest vicentino, dopo le medie dai padri Giuseppini ha studiato in seminario a Vicenza come esterno. Una volta raggiunto il diploma magistrale, però, ha deciso di interrompere il percorso per diventare sacerdote. Nel frattempo giocava con il numero 1 nel Montecchio, seguace del suo mito calcistico e omonimo, Dino Zoff. Una nuova prospettiva si è dunque aperta all’orizzonte, quella di far parte dell’Arma. «Sono riuscito ad entrare come carabiniere ausiliario a Verona e ho trascorso un anno in divisa», ricorda. Tornato a casa per aiutare la famiglia in un momento difficile, è stato assunto come impiegato in una ditta che vendeva prodotti di ricambio e rettifiche per veicoli. Un giorno fece una consegna a Roveredo, senza sapere che 25 anni dopo quel paese sarebbe diventato la sua comunità. Aveva una fidanzata e sembrava destinato alla vita laicale. Ma nel 1998 perse improvvisamente il padre. «Mi sono licenziato. Ho lasciato tutto e sono partito per Viterbo, per iniziare l'iter religioso nei Giuseppini del Murialdo», riferisce. Mentre studiava per diventare prete, aiutando giovani ed emarginati, iniziava pure ad appassionarsi al ciclismo. Nel 2005 è tornato a Montecchio, perché in famiglia c'era ancora bisogno di lui. È uscito dai Giuseppini, ha svolto il servizio di diaconato a San Bonifacio e nel 2009 è stato ordinato presbitero. Dopo varie esperienze come vicario, e un breve periodo come cappellano militare della Brigata corazzata Ariete, è entrato per la prima volta come parroco a Pressana e Roveredo». Al suo ingresso ha trovato ad accoglierlo una comitiva di ciclisti della Libertas Pressana. •

Paola Bosaro

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