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Dolore e sconcerto per la morte di Bonavigo Era diretto all’ospedale

La scena dell’incidente in cui ha perso la vita il meccanico
La scena dell’incidente in cui ha perso la vita il meccanico
La scena dell’incidente in cui ha perso la vita il meccanico
La scena dell’incidente in cui ha perso la vita il meccanico

«Ora ha ritrovato n cielo suo fratello Paolo». Così, ieri a Ronco, dove era molto conosciuto, commentavano la tragica scomparsa del meccanico Mariano Bonavigo, 60 anni, morto nel primo pomeriggio di domenica mentre stava guidando la sua Alfa 147 in via Corso, a fianco della figlia. Bonavigo ha sbandato improvvisamente scontrandosi frontalmente con una Renault che sopraggiungeva dalla direzione opposta con a bordo una famiglia del paese, composta da padre, madre e figlio, tutti rimasti fortunatamente illesi. La figlia di Bonavigo, invece, è rimasta leggermente ferita a causa dell'impatto frontale ed è stata ricoverata all'ospedale di San Bonifacio. Secondo una prima ricostruzione fatta dagli agenti della Polizia stradale di Verona, intervenuti sul posto con il personale del 118, sembra che il meccanico si fosse sentito poco bene mentre era a casa. E che per questo si sia messo alla guida dell'auto assieme alla figlia, con l'intento di raggiungere l'ospedale di Legnago per sottoporsi ad accertamenti clinici. Purtroppo, il malore ha sopraffatto Mariano, impedendogli di raggiungere il «Mater salutis» e stroncandolo a pochi metri da casa. Il magistrato di turno, la dottoressa Maria Diletta Schiaffino, ha dato disposizione al medico legale di effettuare l’esame esterno della salma del sessantenne, per accertare la causa della morte, avvenuta con tutta probabilità per cause naturali. «Al momento», confermava ieri il sindaco Moreno Boninsegna, «non è ancora stato dato il nulla osta alla famiglia per celebrare il funerale. La causa del decesso tuttavia sembra certa e pare riconducibile ad un problema cardiaco». «Era un uomo che lavorava alacremente per la sua famiglia, da mattina a sera», lo ricorda il comandante della Polizia locale di Ronco, Francesco De Santis, «aveva insegnato il mestiere al figlio Enrico, che lavorava con lui in officina». «Da poco tempo aveva perso un fratello, Paolo», racconta il vicesindaco Davide Vesentini, che era suo cliente. «La sua famiglia», aggiunge, «è molto numerosa e i suoi fratelli vivono quasi tutti a Ronco. Anche la moglie Paola è molto conosciuta in paese, lavorando alla residenza per anziani della Fondazione Baldo-Ippolita». Una curiosità riguarda il fatto che qualche anno fa l'Arena si era già occupata di Mariano e dei suoi figli, allorchè mostrò al nostro giornale l'allevamento di una coppia di cigni neri che venivano accuditi con passione e cura dai suoi ragazzi. I quali avevano creato un habitat confacente ai cigni, proprio vicino all'officina di via Castello dove lavorava il padre e sopra alla quale Mariano si era costruito una quindicina d'anni fa anche la sua abitazione.

Zeno Martini

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