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Creò Miss Italia ma Nogara l’ha dimenticato

Dino Villani tra l’attrice Silvana Pampanini ed Enzo Mirigliani, che gli subentrò alla guida di Miss Italia
Dino Villani tra l’attrice Silvana Pampanini ed Enzo Mirigliani, che gli subentrò alla guida di Miss Italia
Dino Villani tra l’attrice Silvana Pampanini ed Enzo Mirigliani, che gli subentrò alla guida di Miss Italia
Dino Villani tra l’attrice Silvana Pampanini ed Enzo Mirigliani, che gli subentrò alla guida di Miss Italia

Trent’anni fa, il 13 marzo 1989, moriva a Milano Dino Villani, uno dei pionieri della pubblicità in Italia. La sua morte passò quasi inosservata a Nogara, luogo dove nacque il 16 agosto 1898 e dove trascorse la prima infanzia. Nacque esattamente nella frazione di Caselle, al tempo un pugno di case addossate alla statale Abetone-Brennero, vicino a dove oggi ci sono le scuole elementari. Il padre era un ferroviere e lavorava nella vecchia stazione, tuttora esistente a poche centinaia di metri dall’attuale, sulla tratta Bologna-Verona. Nel 1906 la famiglia, dopo un nuovo trasferimento del padre, approdò a Suzzara, nel Mantovano, dove rimase per molti anni e dove il figlio Dino cominciò a lavorare, seguendo le orme paterne, nella locale stazione. Il rifiuto della fedeltà al Duce e l’accusa di scarso rendimento gli costeranno la perdita dell’impiego. Dopo aver lavorato come segretario in una ditta di Suzzara, Villani lasciò la provincia per Milano, dove cominciò a occuparsi all’attività che gli diede il successo: la pubblicità. E per decenni sarà un punto di riferimento nell’ambito della comunicazione. Così ricordò, in un’intervista rilasciata negli ultimi anni di vita, il clima del capoluogo lombardo di quel periodo: «Erano gli inizi degli anni Trenta e Milano viveva febbri di modernismo. La lezione della Bauhaus stava mettendo radici anche da noi e mutava volto all’architettura, alla grafica, a quello che ancora non era stato battezzato design». Dopo essere stato amministratore di una società editrice ed essersi occupato di cartellonistica, nel 1934 Villani venne assunto dalla società Motta, dove creò il logo «M» e contribuì a far conoscere il panettone a tutti gli italiani, senza dimenticare la colomba pasquale, altra idea nata dalla sua mente. Quattro anni dopo passò all’azienda farmaceutica Carlo Erba, dove inventò, con l’amico Cesare Zavattini, il concorso di bellezza «5.000 lire per un sorriso» che nell’immediato dopoguerra diventò «Miss Italia», che Villani stesso guidò fino al 1958. La creazione del concorso artistico «Premio Suzzara», sempre con Zavattini, la trasformazione della festa di San Valentino in festa degli innamorati, la festa della mamma, la fondazione, con Orio Vergani, dell’Accademia italiana della cucina, l’attività di docente all’università Bocconi, dove tenne per anni un corso di preparazione per dirigenti aziendali, la pubblicazione di libri, l’ideazione di iniziative benefiche, la promozione del turismo e le attività di pittore e incisore, arti praticate nel tempo libero, fanno di Dino Villani un protagonista del suo tempo, un tempo di cambiamenti epocali per l’Italia, che stava diventando un Paese moderno. Villani anticipò concetti, tecniche e teorie che avrebbero trovato ampia diffusione nei decenni successivi in vari settori della comunicazione. Anni dopo la morte, alla vigilia dell’intestazione di una via a Milano, il figlio Stelio, chirurgo, venne a Nogara per sensibilizzare l’amministrazione comunale affinché facesse altrettanto (seguendo anche l’esempio di Suzzara), ricordando il ruolo culturale avuto dal padre, che non dimenticò mai la terra padana e il luogo dove nacque e dove trascorse la prima infanzia. Una pergamena con l’atto di nascita e una promessa che in futuro il padre sarebbe stato ricordato a dovere fu quanto Stelio Villani riuscì a portare a casa. Tutto, però, rimase lettera morta e tutt’oggi la figura di Dino Villani è sconosciuta alla maggior parte dei nogaresi. •

Giordano Padovani

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