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Amministratori contrari
ad accogliere i rifugiati

Quella tra il Comune di Sanguinetto e i profughi africani alloggiati da settembre 2016 nell’albergo di via Dossi per ora non è stata una convivenza facile. Fin dal loro arrivo, gli immigrati sono stati bollati come «indesiderati» non solo dall’amministrazione di Sanguinetto ma anche da quelle dei centri limitrofi. Di recente, il sindaco di Cerea Marco Franzoni ha persino fatto intervenire i propri vigili urbani per far sgombrare un assembramento di immigrati, che puntualmente si radunava al parco delle Vallette. Si trattava proprio degli ospiti del «Paradise», i quali, sebbene dai controlli effettuati non violassero alcuna legge, sono stati invitati a non ritornare nell’area verde. Nel giugno 2016, tre mesi prima dell’arrivo dei primi 30 profughi a Sanguinetto, i sindaci Alessandro Braga, di Sanguinetto, Cristiano Zuliani, di Concamarise, Andrea Vecchini, di Gazzo, Andrea Gennari, di Casaleone, e Paolo Marconcini, di Cerea, avevano aperto una manifestazione contro i profughi nella zona artigianale adiacente al «Paradise», con 350 partecipanti provenienti da tutta la provincia di Verona. Un altolà che non è servito però ad evitare l’arrivo degli immigrati. L’episodio più eclatante è quello poi avvenuto lo scorso marzo, quando l’assessore Katy Ferrigato, impiegata in un’officina di Cerea, venne aggredita sul posto di lavoro «da un uomo di colore», come riferì alle forze dell’ordine. Il primo a collegare l’episodio con la crociata anti-rifugiati condotta dalla Giunta Braga fu il vicesindaco Valentino Rossignoli. Il quale si augurò che il fatto di cui fu vittima la collega «non fosse legato all’attività politica e alle scelte svolte dall’amministrazione comunale». F.S.

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