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Altre due rapine nella Bassa ma c’è un arrestato

La casa di via Ronchetrin, a Gazzo, dove è stata messa a segno la terza rapina nella Bassa DIENNEFOTOL’arresto del 27enne che ha tentato di rapinare la donna a Casaleone
La casa di via Ronchetrin, a Gazzo, dove è stata messa a segno la terza rapina nella Bassa DIENNEFOTOL’arresto del 27enne che ha tentato di rapinare la donna a Casaleone
La casa di via Ronchetrin, a Gazzo, dove è stata messa a segno la terza rapina nella Bassa DIENNEFOTOL’arresto del 27enne che ha tentato di rapinare la donna a Casaleone
La casa di via Ronchetrin, a Gazzo, dove è stata messa a segno la terza rapina nella Bassa DIENNEFOTOL’arresto del 27enne che ha tentato di rapinare la donna a Casaleone

Altre due rapine nella Bassa, nel giro di poche ore e a 13 chilometri di distanza, dopo i colpi messi a segno a Castagnaro e a Correzzo di Gazzo Veronese da una coppia di banditi incappucciati armati di piede di porco. La prima, di cui hanno fatto le spese una 90enne e suo figlio invalido aggrediti nella loro abitazione di Ronchetrin, sempre alla periferia di Gazzo, è purtroppo riuscita. Facendo crescere ulteriormente l’allarme e la paura nel piccolo centro ai confini con il Mantovano. La seconda, invece, non solo è fallita per la tenace reazione della donna presa di mira a Casaleone mentre stava rincasando. Ma si è conclusa anche con l’arresto, da parte dei carabinieri della Compagnia di Legnago, di uno dei due giovani marocchini che sono fuggiti dopo aver tentato invano di strappare la borsetta alla 50enne, bastonata e scaraventata a terra dai suoi aguzzini al pari del marito accorso in suo aiuto. Una svolta che potrebbe costituire un tassello prezioso nelle ricerche avviate a Ferragosto dagli uomini del capitano Lucio De Angelis per incastrare la banda che ha riacceso l’incubo delle rapine in casa nel territorio a sud della provincia. Le analogie e il modus operandi non escludono infatti che possa trattarsi della stessa mano è che ci sia perciò un collegamento tra i quattro colpi. Ad appurarlo saranno le indagini condotte dal Nucleo operativo e Radiomobile, che sta visionando le immagini dei circuiti di videosorveglianza e raccogliendo altri indizi dopo aver eseguito i rilievi tecnici. GAZZO. La tregua è durata in paese soltanto tre giorni. Nemmeno il tempo di tracciare l’identikit dei due malviventi che sabato scorso avevano assaltato e derubato all’ora di cena due coniugi ultraottantenni nel loro casolare di via Levà di Sotto, a Correzzo, che lunedì sera il terrore è tornato a materializzarsi a Gazzo. Stavolta in via Ronchetrin, un’altra località sperduta nelle campagne. Anche in questo caso, i banditi, probabilmente gli stessi, hanno messo infatti gli occhi su una casa isolata dove vivono una pensionata nata nel 1928 e suo figlio invalido di 56 anni. Erano le 23.15 quando D.Q. ha sentito un rumore secco provenire dalla porta d’ingresso. L’anziana, con il cuore in gola, è corsa subito a vedere e si è trovata davanti due individui con il volto travisato che avevano appena forzato la serratura. Quindi si è ripetuta la stessa orribile scena vissuta dai coniugi di Correzzo. La 90enne e suo figlio sono stati minacciati con il piede di porco dai malviventi, probabilmente stranieri, che hanno rovistato ovunque dopo aver chiesto con insistenza alla donna di indicare la cassaforte. Del forziere non c’era però traccia e i banditi si sono perciò dileguati dopo essersi impossessati di qualche gioiello in oro e di 200 euro in contanti recuperati mettendo a soqquadro la casa e svuotando il portafoglio del 56enne. Una razzia durata in tutto una ventina di minuti. Poi l’arrivo dei carabinieri della stazione di Gazzo e del Norm di Legnago allertati dalla figlia della pensionata avvisata dalla madre sotto choc. Ed un’altra notte di rilievi e ricerche. CASALEONE. A distanza di 24 ore, un’altra donna - una badante romena di 50 anni - è finita nelle grinfie di due banditi, in questo caso a volto scoperto, che l’altra sera l’hanno avvicinata di fronte al portone di casa, nella frazione di Venera, non appena è scesa dall’auto di un’amica che l’aveva riaccompagnata dopo il lavoro. Verso mezzanotte, la signora era in procinto di entrare nel palazzo in cui vive con il marito quando è stata aggredita da un giovane marocchino, mentre un complice assisteva in disparte alla scena. L’obiettivo del nordafricano era quello di strapparle la borsetta. La donna si è però ribellata e ha opposto resistenza. Scatenando la reazione violenta del rapinatore, che l’ha presa a bastonate con l’asse di un bancale di legno. Per poi trascinarla e scaraventarla sull’asfalto. Le urla della 50enne hanno richiamato il marito della donna, pure lui romeno, che si trovava sulla rampa del garage in procinto di portare a spasso il loro cane. A quel punto, l’uomo ha ingaggiato una colluttazione con i due marocchini, durante la quale è rimasto ferito, mentre la moglie è riuscita a telefonare al 112. Quindi, nella frazione di Casaleone, sono giunte in pochi minuti le pattuglie delle stazioni di Cerea e Gazzo con i colleghi del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago impegnati in un servizio coordinato predisposto sul territorio dal capitano De Angelis proprio alla luce delle tre rapine precedenti. L’ARRESTO. Alla vista dei militari, i delinquenti hanno cercato di dileguarsi: uno è riuscito a far perdere le sue tracce fuggendo in bici mentre l’altro - Z.R., 27 anni, senza fissa dimora, nullafacente e pregiudicato - è stato bloccato in via Faval dopo un breve inseguimento. Il giovane, su disposizione del magistrato di turno, la dottoressa Valeria Ardito, è stato quindi trasferito nel carcere di Montorio con l’accusa di tentata rapina e lesioni personali in concorso. La 50enne è stata invece medicata al Pronto soccorso e poi dimessa con una prognosi di 10 giorni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stefano Nicoli

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