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SANITÀ

Ancora ritardi
negli screening
per l’utero

Gli esterni della sede  dell’Ulss 22 che si trova a Bussolengo
Gli esterni della sede dell’Ulss 22 che si trova a Bussolengo
Gli esterni della sede  dell’Ulss 22 che si trova a Bussolengo
Gli esterni della sede dell’Ulss 22 che si trova a Bussolengo

Le donne che di recente si sono sottoposte a pap test rispondendo all’invito di screening dell’Ulss 22, rischiano di incappare in qualche sorpresa poco piacevole. Se hanno eseguito l’esame in autunno o poco dopo, e ad oggi non hanno ancora ricevuto l’esito, potrebbero infatti trovarsi nelle condizioni di quante in questi giorni si stanno rivolgendo all’ Arena o ai loro medici per protestare, perché solo a distanza di quattro mesi sono state invitate a sottoporsi anche a una colposcopia di approfondimento.

I ritardi nelle procedure di screening del tumore dell’utero nel territorio dell’Ulss 22, insomma, non sono ancora superati del tutto.

A fine gennaio L’Arena ha scritto di come si fossero accumulati tempi lunghissimi di attesa, fino a 15 mesi, nella diagnosi di secondo livello dei pap test, per approfondire un esito inappropriato o sospetto dell’esame. Un problema che ha coinvolto quasi un migliaio di donne, generato da scarsità di personale e scelte di risparmio fatte dal vecchio direttore generale Alessandro Dall’Ora, e al quale il commissario Pietro Girardi sta cercando di porre rimedio pescando risorse anche nelle Ulss 20 e 21 (di cui è rispettivamente direttore generale e commissario).

Ebbene, in questi giorni qualcosa si sta muovendo, anche nel grado di consapevolezza delle signore interessate alla campagna regionale di prevenzione dei tumori. E in redazione arrivano segnalazioni di disagi e disservizi. Una paziente residente in un comune dell’Ulss 22, che ha eseguito il pat test l’11 dicembre, è stata subito avvisata dall’ostetrica che ci sarebbero stati ritardi nella lettura, ricevendo il consiglio di telefonare a fine gennaio in anatomia patologica a Bussolengo per avere informazioni. «La prima volta che ho chiamato mi hanno detto di ricontattare a stretto giro», si sfoga la combattiva signora, «quindi il 27 gennaio mi hanno informato del fatto che l’esame non è ancora stato letto e che il prelievo sarà esaminato se tutto va bene a fine febbraio». Di qui la protesta: «Se uno è malato fa in tempo a morire...».

Denunce di ritardi arrivano anche all’Ufficio relazioni con il pubblico dell’azienda sanitaria di Bussolengo, dove alcune donne si sono lamentate perché chiamate ad eseguire una colposcopia di approfondimento solo quattro mesi dopo essersi sottoposte al pap test. Lamentele e preoccupazioni anche negli studi dei medici di medicina generale della zona. «Alcune mie pazienti hanno ricevuto la settimana scorsa un invito per la colposcopia di secondo livello. Avevano eseguito il pap test a ottobre», racconta uno di loro, «spero non ci siano problemi. A farle arrabbiare anche il testo della lettera, in cui si dice che gli uffici dell’Ulss hanno più volte tentato di contattare per telefono le signore senza riuscirvi. Ammettendo che in alcuni casi sia capitato proprio così, per quel che riguarda almeno una di queste mie pazienti escludo che non fosse reperibile al telefono». Insomma, la sensazione è quella che la lettera standard inviata per recuperare i ritardi tenda a volte a giustificarli in modo non del tutto corretto.

Va ricordato che lo screening del tumore dell’utero è un Lea, cioè uno dei livelli essenziali di assistenza che il sistema sanitario nazionale deve fornire a tutti i cittadini in tempi congrui, come è altrettanto risaputo che il fattore tempo nella prevenzione e nella cura stessa dei tumori è fondamentale.

L’Ulss 22 a fine gennaio, ammettendo le criticità del servizio, si è impegnata a intensificare il lavoro di screening della cervice uterina, garantendo l’esecuzione di una cinquantina di colposcopie a settimana per alcuni mesi, così da colmare i ritardi che nell’autunno scorso riguardavano la situazione di almeno 800 donne. La speranza è che le lamentele emerse in questi giorni siano l’effetto del lavoro straordinario in corso per recuperare il tempo perduto.

Francesca Mazzola

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