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Mattarella: «Giornali
nelle scuole
mezzo per la libertà»

Il presidente della Repubblica, Mattarella, parla di fronte alla stampa italiana che aderisce al progetto
Il presidente della Repubblica, Mattarella, parla di fronte alla stampa italiana che aderisce al progetto
Il presidente della Repubblica, Mattarella, parla di fronte alla stampa italiana che aderisce al progetto
Il presidente della Repubblica, Mattarella, parla di fronte alla stampa italiana che aderisce al progetto

Claudio Maddaloni

ROMA

Il «Quotidiano in classe» compie 15 anni. E lo fa nella cornice istituzionale del Quirinale, con gli auguri del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Un progetto nato nel 2000 al quale inizialmente avevano aderito 97mila studenti, e che oggi ne vede coinvolti 2.094.000 sul totale degli alunni di secondaria superiore, 2.628.000. In sostanza, come ha sottolineato l’ideatore del progetto, il presidente dell’Osservatorio Giovani Editori Andrea Ceccherini, «oggi otto ragazzi su dieci leggono il quotidiano in classe una volta alla settimana». Con una lettura critica, guidata dagli insegnanti (sono oltre 45mila i docenti che partecipano all’iniziativa), i ragazzi un’ora alla settimana si avvicinano a tre quotidiani, scelti dall’istituto, tra i quali di solito c’è anche il principale quotidiano della città.

Al progetto, al quale l’Athesis ha contribuito fin dai primi anni con i suoi quotidiani L’Arena, il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi, prendono parte tutti i principali quotidiani italiani con vantaggi reciproci, nell’ottica di formare cittadini più consapevoli. È proprio ciò che Ceccherini ha tenuto a sottolineare: «L’intento è fare dei giovani futuri lettori e insieme fare dei giovani i cittadini di domani». E ha aggiunto: «Sono i quotidiani i grandi artefici di questa piccola impresa». Perché il proposito è quello di «incuriosire i giovani e spingerli a vedere come la stessa notizia sia trattata in modo diverso da tre giornali diversi. Imparando così a diffidare dei media per ragionare con la propria testa». Un intento sicuramente raggiunto se è vero, come ha raccontato uno studente del liceo classico Dante Alighieri di Ravenna, Emanuele, 17 anni, intervenuto durante la cerimonia al Quirinale, che il primo risultato ottenuto è stato quello di «obbligarci a prendere in mano un giornale: un evento raro per quelli della mia generazione».

E poi «possiamo finalmente scambiarci le opinioni con i compagni. Un servizio indispensabile per noi studenti, perché ci permette anche di imparare l’educazione civica, favorendo la crescita delle nuove generazioni». E Letizia, 17 anni, del collegio Bianconi di Monza ha aggiunto: «Il giornale è uno strumento fondamentale, ci spinge a pensare. E a comprendere che le informazioni non sempre sono oggettive».

La professoressa Silvia Lacomba, dell’Istituto Boselli di Torino, ha confermato i benefici che l’iniziativa ha sugli alunni: «Il progetto in questi 15 anni ha alimentato la curiosità individuale. L’informazione di qualità consente di approfondire in classe gli eventi, come è accaduto proprio in questi ultimi giorni con i tragici fatti di Parigi. E nelle scuole di oggi, sempre più multietniche, il quotidiano si è mostrato uno strumento migliore e più inclusivo dei tradizionali libri di testo».

L’iniziativa del «Quotidiano in classe», ha sottolineato Mattarella, «ha un grande valore educativo e sociale, i giovani dovranno costruire da protagonisti il futuro del Paese».

Il presidente ha aggiunto che «i numeri sono significativi, e mostrano che è grande l’esigenza dei giovani di informarsi e formarsi uno spirito critico. E c’è una grande potenzialità ulteriore: il mio augurio è che questa missione continui con successo». E con questo progetto, ha spiegato, «anche i quotidiani trovano un nuovo spazio».

In un mondo in cui la tecnologia si evolve ogni giorno, ha sottolineato ancora il capo dello Stato , «i mezzi di informazione si evolvono e si modificano, e la ricchezza di strumenti è un bene, perché arricchisce la libertà. Ma la libertà si realizza con senso di responsabilità, e questa iniziativa consente di confrontarsi con opinioni e interpretazioni diverse, e fa confrontare i ragazzi sui problemi concreti. Confrontarsi serve a formare un capace spirito critico». Il presidente, che ha ironicamente sottolineato come lui non sia un «nativo digitale», ha rimarcato che in ogni caso le tecnologie innovative non cancelleranno quelle precedenti: «La lettura sarà sempre insostituibile».

Per Mattarella certo «sarebbe più facile seguire le mode, ma è lo spirito critico che consente di sviluppare autonome valutazioni» sul mondo che ci circonda. E di esercitare la propria libertà. «La libertà» ha concluso il presidente Mattarella, «non è una condizione individuale per soddisfare desideri personali, ma si realizza nel rapporto con gli altri. E i nuovi mezzi di comunicazione servono a realizzare insieme agli altri la propria libertà, la propria condizione civica di cittadini».

Il progetto, guidato come si è detto da Andrea Ceccherini, è sostenuto da Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino, L’Unione Sarda, L’Adige, L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi, La Stampa, Il Tempo, La Gazzetta di Parma, Il Gazzettino, La Gazzetta dello Sport. L’appuntamento è per il prossimo incontro quando tutti auspicano un’ulteriore crescita dell’iniziativa che sta «conquistando» le scuole.

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